Tesori in frantumi

Una voce dall'abisso

Avete (solo) trascurato il deserto

Pubblicato su Tempi, 28 luglio 2005.

I DISCENDENTI DI VOLTAIRE SORPRESI DA RAGAZZINI CHE OGGI SI DEDICANO AL RAFTING DOMANI ALLE BOMBE IN METROPOLITANA.
GLI ALMODOVAR A CACCIA DI STREGHE CATTOLICHE PIANGERANNO AMARAMENTE. MOLTO AMARAMENTE
Di Jacob Giovanna
in Copertina
27 Lug 2005

Ironia della sorte, la mattina della strage di Londra Repubblica titolava: “Il trionfo della nuova Londra. Adesso è la capitale del mondo”. Nell’articolo Enrico Franceschini commentava con toni entusiastici l’assegnazione dei giochi olimpici del 2012 alla «migliore capitale d’Europa, la più multiculturale e multirazziale (.) C’era già da qualche anno la sensazione che avesse superato perfino New York, ferita dalla tragedia dell’11 settembre, nel ruolo di prima “città globale”, autentica capitale della terra». Dunque secondo Franceschini città come Londra o New York incarnano l’ideale della “città globale” multirazziale e multiculturale. A questo ideale ci credono praticamente tutti i giornalisti di tutti i giornali di destra e di sinistra. Al fondo dei loro discorsi ripetitivi c’è sempre la stessa idea: la pacifica convivenza fra genti di fedi e razze diverse è possibile sulla base dei principi illuministi del materialismo e del razionalismo. Dal punto di vista materialista la felicità consiste soprattutto nel piacere fisico e nel benessere materiale. Dal punto di vista razionalista l’unica verità oggettiva è la verità della scienza, le verità religiose invece sono puramente soggettive (agnosticismo). L’economia e la scienza, da cui derivano l’industria e la tecnologia, sono gli unici strumenti utili al conseguimento del benessere materiale e dunque della felicità. La religione invece può dare all’uomo solo la speranza di una incerta felicità postuma. La ricetta della società multietnica è proprio questa: gli uomini delle diverse razze e fedi devono relegare nel privato le convinzioni religiose e mettere in comune gli interessi economici in un contesto di democrazia e di libertà. Una volta sperimentata la felicità che deriva dalla cooperazione economica, essi non vi rinuncerebbero mai per farsi le guerre sante fra di loro. «Entrate nella Borsa di Londra, in questo luogo più rispettabile di molte corti; – scriveva Voltaire nelle Lettere filosofiche – vi vedete riuniti i deputati di tutte le nazioni per l’utilità degli uomini. Qui il maomettano e il cristiano discutono insieme come se fossero della stessa religione, e non danno dell’infedele se non a chi fa bancarotta; qui il presbiteriano confida nell’anabattista, e l’anglicano accoglie la promessa del quaquero. Uscendo da queste riunioni pacifiche e libere, gli uni vanno alla sinagoga, gli altri a bere; questo va a farsi battezzare in un grande bacino in nome del Padre, dal Figlio, allo Spirito Santo; l’altro fa tagliare il prepuzio di suo figlio e fa borbottare sul bimbo parole ebraiche che non intende affatto; questi altri vanno nella loro chiesa ad attendervi l’ispirazione divina col cappello sulla testa, e sono contenti tutti».
IL MITO INTEGRAZIONE VIA SECOLARIZZAZIONE
I discendenti di Voltaire, ovvero tutti i giornalisti di destra e di sinistra, precisano che, oltre a fare affari insieme, gli uomini delle diverse fedi devono pure divertirsi insieme. Non di solo pane vivrà l’uomo, ma pure dei giochi. Date dunque al giovane musulmano pane e giochi, e vedrete che, prima o poi, smetterà di dare ascolto ai predicatori d’odio. Chi glielo fa fare di esplodere nella metropolitana londinese se può andare in un centro commerciale a scegliere fra gli ultimi modelli di cellulari o in discoteca a rimorchiare tutte le ragazze che vuole, senza essere costretto a sposarle per conoscerle biblicamente (grazioso argomento ricorrente negli editoriali di Repubblica)? Chi glielo fa fare di passare le vacanze in un centro di addestramento per terroristi in Pakistan quando può andare a Sharm el Sheikh a fare le immersioni subacquee di giorno e rimorchiare le turiste di notte? Perché sperare in un paradiso postumo quando può avere a prezzi stracciati, con formula last-minute, i paradisi delle vacanze? “Integrare” gli immigrati significa precisamente indurli a preferire i centri commerciali e i villaggi vacanze alle moschee. Gli “integrati” non perdono la fede, semplicemente la fanno diventare “moderata”, ossia tollerante e democratica. Se diventano terroristi è perché non si sono integrati, e se non si sono integrati è colpa nostra che non li abbiamo aiutati. «È come la trama di un film. Il ragazzo campagnolo lascia il paese, sedotto dalle luci della grande città. Ma là si ritrova solo come un cane. Tutti gli mentono e si approfittano di lui. Vede la ricchezza attorno a sé, tutte quelle belle donne. Alla fine si sente umiliato e medita vendetta» (Ian Buruma, autore con Avishai Margalit di “Occidentalismo. L’occidente agli occhi dei suoi nemici”, Repubblica, 16/7/2005).
L’ODIO DELLA MODERNITA’? E’ MOLTO MODERNO
Secondo tutti i giornalisti di destra e di sinistra i terroristi colpiscono Londra e New York proprio perché in queste “città globali” i ragazzi di campagna musulmani vengono integrati fin troppo bene. L’attacco dei terroristi non è contro gli occidentali ma contro di loro, i musulmani “integrati” che preferiscono passare il tempo libero nei centri commerciali piuttosto che in moschea (in realtà fra le vittime del 7 luglio ce n’erano solo un paio di religione musulmana). Non esisterebbe uno scontro fra Occidente e islam ma uno scontro interno all’islam, uno scontro fra i fautori sempre più numerosi dell’islam moderato e una minoranza fondamentalista che reagisce con spietata violenza proprio perché sa di avere i giorni contati (tesi di Carlo Panella). Anche la Chiesa avrebbe vissuto, in passato, una analoga crisi di adattamento alla modernità illuminista. Prima che gli illuministi insegnassero loro i valori della democrazia e della tolleranza, i cattolici non sarebbero stati tanto diversi dai fondamentalisti islamici: sostenevano la teocrazia in politica, mandavano i dissidenti al rogo, perseguitavano le streghe e facevano le guerre sante. Analogamente i totalitarismi comunista e nazista non sarebbero stati dei movimenti anti-cristiani, come pensavamo noi scemi fino a ieri, ma dei movimenti anti-moderni e anti-illuministi che, come il cristianesimo, si basano sulla fede in una verità totalmente irrazionale che ispira fanatismo e violenza Il totalitarismo nazi-comunista, l’islamismo e il cattolicesimo esprimono il medesimo odio verso la modernità razionalista e materialista (idea ripresa, in diverse forme, da Ian Buruma, André Glucksmann e Paul Bremen). Per fortuna il cattolicesimo, per merito di Dossetti e dei padri conciliari progressisti, è riuscito ad adattarsi alla modernità sicché oggi nella Chiesa, invece di crociati e inquisitori che scaricano sugli infedeli e sugli eretici i violenti impulsi nevrotici generati dalla repressione sessuale, con la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue, abbiamo i boy scouts che non seguono le prescrizioni della Chiesa in materia sessuale, perché l’importante è che ci sia l’amore, e marciano per la pace perpetua di Kant.
In quest’ottica lavorare per il recupero delle radici cristiane e cattoliche da parte della società europea sarebbe una mossa suicida. Infatti il cattolicesimo esprime gli stessi valori reazionari e oscurantisti dell’islam integralista (per dirne solo una, entrambi si oppongono al matrimonio omosessuale) e quindi l’islam vede in esso un concorrente che riduce il suo volume di affari. Quando mandavano i cristiani nei gulag, i comunisti non facevano altro che eliminare la concorrenza sleale. Per indurre gli islamisti a non fare violenza agli occidentali bisogna prima di tutto convincerli che gli occidentali non sono clienti della concorrenza, in secondo luogo convertirli ai sani valori del laicismo, del razionalismo e del materialismo edonista. Perché stupirsi delle minacce terroristiche all’Italia se in in Italia il papa continua a radunare le folle e i muri non si alleggeriscono dei crocifissi? E se in Inghilterra Tony Blair non se la pianta di finanziare le scuole cristiane episcopali, perché mai gli islamisti minoritari dovrebbero piantarla di mettere le bombe in metropolitana? Questo almeno ha scritto Tariq Alì nell’ultimo numero di Alias, supplemento del Manifesto.
ILLUMINISMO FIGLIO RATTRAPPITO (E MORENTE) DEL CRISTIANESIMO
Abbiamo visto che secondo tutti i giornalisti di destra e di sinistra il nichilismo terrorista si combatte con l’illuminismo, non certo col cattolicesimo, che è anti-moderno tanto quanto l’islamismo. Si potrebbe ribattere che il cattolicesimo è per definizione laico e incompatibile con la teocrazia, che nei paesi cattolici la separazione fra i due poteri è sempre stata netta fin dai tempi di Costantino, che è stato il protestantesimo a divinizzare il potere temporale dei re togliendo ad esso il contrappeso del potere spirituale della Chiesa. Si potrebbe ribattere che il cattolicesimo non ha vissuto nessuna crisi di adattamento alla modernità illuminista per la semplice ragione che, a parte i dossettiani, non si è mai adattata ad essa e ne ha sempre combattuto gli errori mortali. Si potrebbe ribattere che i valori della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità non sono valori illuministi ma valori che l’illuminismo ha tratto dal cristianesimo, snaturandoli come si snaturano dei fiori strappati al loro terreno naturale (tanto è vero alla libertà-uguaglianza-fraternità illuministe sono state consacrate ghigliottine e gulag). Si potrebbe ribattere che la democrazia è una naturale emanazione del cristianesimo, l’unica religione che postula l’uguaglianza di tutti gli uomini davanti Dio (San Tommaso e gli scolastici concordavano sul fatto che la democrazia era il sistema di governo secolare in assoluto preferibile). Si potrebbe ribattere che il libero scambio e il capitalismo sono invenzioni dei comuni italiani del tredicesimo secolo, che la corrente di pensiero denominata liberalismo deriva, seppure indirettamente, dal cattolicesimo (John Locke si era limitato ad aggiornare in chiave prostestante ed empirista le dottrine politiche della scolastica medievale). Si potrebbe ribattere che anche la scienza è una invenzione cristiana e che la rivoluzione industriale del diciottesimo secolo è stata il compimento di un processo iniziato nel Medioevo (cfr. Terry S. Reynolds, “Le radici medioevali della Rivoluzione industriale”, in Le Scienze – Scientific American, settembre 1984). Si potrebbe ribattere che i crociati non erano assassini con la bava alla bocca, che gli inquisitori non erano dei sadici con gli occhi iniettati di sangue, che Galileo non fu mai torturato.
‘E POI TRASCURATE E DISPREZZATE IL DESERTO’
Si potrebbe ribattere questo e altro, ma è un discorso troppo lungo. Limitiamoci ad osservare la realtà. Ebbene la realtà ci dice che la società multirazziale basata sui principi del razionalismo e del materialsmo è una utopia. I kamikaze di Londra non erano ragazzi di campagna invidiosi dei ricchi occidentali e non erano neppure vecchi bigotti intenzionati a punire la città decadente che allontana i giovani musulmani dal fondamentalismo. No, i terrorristi erano giovani musulmani nati e cresciuti in Inghilterra che avevano avuto tutto il tempo di assaggiare i frutti saporiti del consumismo e del libertinaggio ma che ad essi hanno preferito di gran lunga i frutti della Djanna. Pazzi isolati che non fanno testo? Neppure due settimane dopo abbiamo scoperto altri “pazzi” in procinto di compiere una analoga pazzia e secondo l’intelligence, a Londra e in tutta Europa, i “pazzi” pronti a entrare in azione sono più numerosi di quanto riusciamo ad immaginare. Secondo un sondaggio pubblicato sabato 23 luglio sul Daily Telegraph un musulmano britannico su quattro approva l’operato dei pazzi-isolati.
Che conclusioni trarne? Per il momento solo queste: che le tecniche di “integrazione” degli immigrati musulmani finora utilizzate sono largamente fallimentari, che l’economia non fa gli uomini fratelli, che l’illuminismo è stato la più grande truffa filosofica del secondo millennio. In nome di che cosa vogliamo combattere contro i profeti della morte, in nome delle serate in discoteca, dei matrimoni omosessuali e dei dei viaggi last-minute a Sharm el Sheikh rigorosamente senza figli, perché i figli non ci permettono di fare una vita intera da turisti per caso? Che cosa vogliamo opporre al paradiso dei martiri, il paradiso delle vacanze? Che cosa vogliamo opporre alla loro violenza nichilista, il nichilismo della sterilità? «Voi siete gli uomini che in questi tempi deridono \ Tutto ciò che è stato fatto di buono, trovate spiegazioni \ Per soddisfare la mente razionale e illuminata. \ E poi, trascurate e disprezzate il deserto. \ Il deserto non è così remoto nel tropico australe, \ Il deserto non è solo voltato l’angolo, \ Il deserto è pressato nel treno della metropolitana.» (T. S. Eliot, Cori da La Rocca). Noi oggi rischiamo di morirci tutti i giorni, in metropolitana. Il deserto si riempie dei profeti della morte.

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