Tesori in frantumi

Una voce dall'abisso

Archivi per il mese di “ottobre, 2013”

LETTERA APERTA A MAURIZIO LUPI: non è più tempo di moderatismo, occorrono scelte estreme

Buongiorno,
vi giro il commento che ho scritto in margine ad un articolo di Maurizio Lupi apparso su Tempi.

Lupi: «No alla scissione nel Pdl. Governo avanti fino al 2015. Alfano sfiderà Renzi»

In breve, Lupi propone di istituire un grande centro dei “moderati”, collegato al partito popolare europeo, che sostenga il governo Letta fino al 2015. Io gli ho scritto indignata:
Dopo avere letto questo articolo, il sospetto che avevo è diventato una certezza: l’Italia non si salverà. Lo ha scritto pochi giorni fa la London School of economics: “entro dieci anni dell’Italia non rimarrà più nulla”.
(http://www.imolaoggi.it/2013/10/16/london-school-of-economics-dellitalia-non-rimarra-nulla-in-10-anni-si-dissolvera/)

«Dell’Italia non rimarrà nulla, in 10 anni si dissolverà. (…) L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. (…) A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l’Italia.»

L’Italia non si salverà perché il cattolico Lupi sostiene il governo Letta, che sta trascinando l’Italia sempre più giù nel baratro con una politica di aumento (occulto) della spesa pubblica (anche per salvare aziende fallite come Alitalia) e mancato taglio delle tasse. Vi leggo un po’ di dati che certificano che il paese è ormai nell’agonia finale della morte:

– Debito aggregato di Stato, famiglie, imprese e banche: 400% del Pil, circa 6mila miliardi;
– Debito pubblico: a giugno 2013 nuovo record a 2.075,71 miliardi di euro, dai 2.074,7 miliardi di maggio; oltre il 130% del Pil. Secondo le previsioni salirà al 130,8% del Pil nel primo trimestre 2014, rispetto al 123,8% del primo trimestre 2012.
– Deficit/Pil: 2,9% nel 2013. Peggioramento ciclo economico Imu, Iva, Tares, Cassa integrazione in deroga lo portano ben oltre la soglia del 3%;
– Disoccupazione: a giugno 2013 si attesta al 12,1%, dato peggiore dal 1977;
– Disoccupazione giovanile: il tasso nel segmento 15-24anni a giugno 2013 e’ salito al 39,1%, in crescita di 0,8 punti percentuali su maggio e di 4,6 punti su base annua;
– Entrate tributarie: a maggio -0,7 miliardi rispetto allo stesso mese di un anno fa (a 30,1 miliardi, -2,2%). Nei primi 5 mesi del 2013 il calo è dello 0,4% rispetto ai primi 5 mesi del 2012;
– Gettito Iva: -6,8% nei primi 5 mesi del 2013, un vero disastro;
– Insolvenze bancarie: quelle in capo alle imprese italiane hanno sfiorato a maggio 2012 gli 84 miliardi di euro (precisamente 83,691 miliardi).

L’Italia non si salverà perché Lupi “sogna” di legarsi al partito popolare europeo: un partito di centro che non è liberale ma è solo un po’ meno socialista della sinistra. Infatti “moderatismo” significa sostanzialmente socialismo moderato ossia un po’ meno (giusto un poco) spesa e un po meno (giusto un poco) tasse rispetto alla spesa e alle tasse di sinistra.
L’Italia non si salverà, perché, per salvarsi, ha bisogno di politiche “estreme”, non “moderate”. Ha bisogno del taglio “estremo” della spesa pubblica parassitaria, di “estrema” ed immediata riduzione fiscale e di “estreme” liberalizzazioni economiche.

Invece di incoraggiare queste cure estreme,le uniche efficaci, i “cattolici” Lupi e Mauro scelgono quel “moderatismo” democristianista-socialdemocratico che è all’origine dello sfascio economico che sta distruggendo l’Italia.

L’Italia non si salverà perché Lupi ignora colpevolmente la lezione politica-economica di san Tommaso d’Aquino e pure quella di Antonio Rosmini. Ignora pure colpevolmente la lezione e di Von Hayek, maestro della Thatcher, la quale aveva fatto rifiorire la Gran Bretagna negli anni Ottanta. Alla lezione dei santi, Lupi preferisce la lezione dell’ateo massone John Maynard Keynes e del “neoclassico” Mario Monti, cui aveva addirittura chiesto di diventare capo dei “moderati”. Difficilmente potrò perdonare Mauro di avere sostenuto il diabolico Monti, che ha trascinato il paese nel “fiscal drag”:

«Il 13 ottobre 2012 a Tokyo alla riunione del Fondo Monetario Internazionale molti economisti hanno detto che i paesi che hanno tagliato la spesa pubblica non hanno avuto aumento di disoccupazione e non hanno perduto crescita mentre i paesi che hanno ridotto il deficit nella stessa misura però aumentando tasse hanno strangolato le loro economie, le hanno buttate giù. Buttandole giù, le entrate fiscali diminuiscono e le spese del welfare aumentano. Questo si chiama fiscal drag e la cosa che io non capisco è che il professor Monti ha insegnato queste cose per trenta anni. La spesa pubblica comporta meno occupazione per ogni lira spesa rispetto alla spesa privata. Il funzionario pubblico è mediamente più costoso in tutto il mondo” (Edward N. Luttwak).

Lupi è keynesiano, tanto è vero che si illude che promuovendo un po’ di opere pubbliche (con quali soldi?) e salvando (con i nostri sudati soldi) le aziende fallite come Alitalia si fa “ripartire” l’economia.
Sappia Lupi che il New Deal non funzionò: trasformò la crisi del ’29 in una lunga, Grande Depressione.
Lupi è socialdemocratico ridistribuzionista, tanto è vero che non parla di tagliare la spesa e le tasse ma solo di sforbiciare qui e lì qualche “spreco”, “ridistribuire il carico fiscale” e fare piovere sussidi a questo o quello.
Insomma, c’è poco da fare, questa potrebbe essere davvero la fine. Ma la speranza è l’ultima a morire. Anche Lupi potrebbe rinsavire.

IO STO CON PAPA FRANCESCO I. No, non è un eretico e non è l’Anticristo.

Eugenio Scalfari sembra essersi dato una missione: interpretare erroneamente con ostinato zelo ogni parola uscita dalla bocca del Santo Padre (vedi Scalfari e il gioco delle tre tavolette). Ma l’atteggiamento di Scalfari non è per nulla sorprendente, al contrario. E’ normale che un giornalista “laicista” ossia radicalmente ateo non sopporti quello che dice un Papa e quindi o lo critichi o in alternativa cerchi di distorcerlo per adattarlo al suo pensiero. Quello che invece è davvero preoccupante è che oggi a fraintendere ogni parola pronunciata dal Papa ci si sono messi anche molti cattolici, fra cui Alessandro Gnocchi, Mario Palmaro, Mattia Rossi e Pietro De Marco. Se questi ultimi sospettano il Papa di eresia, invece i soliti ultra-tradizionalisti sedevacantisti vedono in lui l’Anticristo annunciato da un assortimento di profezie di veggenti di dubbia ortodossia e maghi pittoreschi, fra i quali l’immancabile Nostradamus, campione nell’arte di dire tutto e il contrario di tutto in ogni riga. A saperlo interpretare, potreste leggere nelle sue righe la profezia di qualunque cosa vi venga in mente, anche del fatto che adesso state leggendo questo articolo.

In questa serie di articoli, pubblicati su Cultura Cattolica, cerco di dimostrare che le accuse mosse al Papa dai suddetti giornalisti sono frutto di interpretazioni deliberatamente forzate. Spero di esserci riuscita.

Io sto col Papa 1 – Fraintendimento sistematico

Io sto col Papa 2 – Papa Francesco e la coscienza

Io sto col Papa 3 – Papa Francesco, il Bene e il Male, il dialogo

Io sto col papa 4 – “Progressisti” e “Tradizionalisti”

Io sto col papa 5 – Papa Benedetto e Papa Francesco come san Tommaso e san Francesco

 

Qui i cinque articoli sono riuniti insieme:

Io sto con il Papa

A LERNER, DAGLIE, FACCE RIDE!!!! Adesso Gad Lerner si arrampicherà sugli specchi per dimostrare che i Rom non derubano gli italiani e non sfruttano i bambini.

Prima vediamo  i nudi fatti.

In un campo rom della Grecia è stata ritrovata una bambina che, secondo le analisi del dna, non ha alcuna parentela con i due Rom che dicevano di essere i suoi genitori. In seguito, si è scoperto che i suoi “genitori” avevano denunciata all’anagrafe la nascita di più di dieci figli in dieci mesi (!). A meno che la gravidanza nelle donne Rom duri meno di un mese, molto difficilmente si può pensare che quei bambini siano figli biologici a quei due individui. Non sappiamo come si siamo procurati quei bambini; invece sappiamo che grazie a quei bambini intascavano i generosi sussidi che lo stato greco riserva ad ogni nuovo nato. In sostanza, quei due tizi intascavano 2.500 euro senza fare nulla dalla mattina alla sera. Quello “stipendio”  è nettamente superiore allo stipendio medio della maggior parte dei lavoratori italiani, che che sgobbano dalla mattina alla sera per prendere al massimo 1.500 euro.

Adesso i benpensanti benestanti della sinistra al caviale è un “caso isolato”.  In realtà non c’è nulla di “isolato” in questo caso. Ironia della sorte, poco dopo il caso di Maria è successo qualcosa di sorprendentemente analogo a Pozzuoli. Ricordo perfettamente che in varie trasmissioni televisive (specialmente Porta a Porta) Simonetta Matonea, magistrato del tribunale dei minori di Roma , ha dichiarato che, tutte le volte che il tribunale ordina esami del dna nei campi rom, si scopre che solo una parte dei bambini presenti nei campi rom risultano essere figli biologici di quelli che dicono essere i loro genitori. Inoltre, sembra che abusi sessuali sui minori siano all’ordine del giorno in quei campi. Anche voi avrete notato che i bambini in braccio alle zingare che chiedono l’elemosina sono immersi in un  sonno eccessivamente profondo, innaturale, sospetto. Infatti, i magistrati sanno bene che narcotizzare i bambini molto piccoli è abitudine consolidata nei campi Rom.

Da dove provengono tutti questi bambini non consanguinei? Secondo gli investigatori, nei campi rom non ci sono bambini “rapiti” ma al massimo si trovano bambini “venduti” ai rom da famiglie povere. Insomma, i Rom non “rubano” i bambini: li comprano. Ma comprare bambini per mandarli a mendicare in metropolitana (quanti son costretta a vederne ogni giorno!) è forse meno grave che rapirli al supermercato? Qualcuno sottolinea che anche in Italia fino a pochi decenni fa i poveri vendevano i figli ad organizzazioni che li mandavano a mendicare nella Inghilterra di Oliver Twist. Ma appunto, noi civili “stanziali” abbiamo smesso di fare queste cose barbare da parecchio tempo. Possiamo dunque tollerare che i Rom continuino a trattare i bambini come merce di scambio? Ma non è tutto. Mi è stato riferito che per le aule del tribunale sono passati parecchi processi contro adulti Rom che abusavano sessualmente sistematicamente dei minori presenti nei loro campi. E’ meno grave che rubare i bambini? Ma poi, se per i Rom i bambini sono una fonte di reddito (mendicano, rubacchiano, danno il diritto a  generosi sussidi di maternità eccetera) possiamo escludere a priori che i Rom, in circostanze estreme, siano disposti a prenderne qualcuno per strada?

La gente ha il diritto di protestare e di chiedere sicurezza. Le forze dell’ordine hanno il dovere di proteggere i cittadini da cui sono stipendiati dall’arroganza di questi Rom, che vivono saccheggiando i territori in cui sono ospiti e che, aggiungendo al danno la beffa, intascano sotto forma di sussidi i soldi dei contribuenti italiani. Quindi il cittadino italiano deve pagare il “pizzo” a quelle stesse persone che di tanto in tanto lo scippano per strada o gli svaligiano la casa

Ebbene, secondo i benpensanti benestanti della sinistra al caviale, di cui Gad Lerner è il sommo rappresentante, la gente non ha il diritto di protestare contro i Rom e di chiedere protezione. In numerose puntate dalla sua noiosissima e ormai fuori mercato trasmissione dal titolo “L’infedele”, Gad Lerner ha schernito,  denigrato, insultato  quanti sostengono che Rom rapiscono i minori per mandarli a chiedere l’elemosina e a rubare. Il succo dei suoi discorsi era questo: “Dici che i Rom derubano gli italiani e sfruttano i bambini? Allora sei un ignorante, decerebrato, razzista, pazzo, minorato mentale, credulone, idiota …”. Adesso sono ansiosa di leggere la sua prossima, inevitabile articolessa, naturalmente pubblicata in prima pagina su Repubblica, in cui si arrampicherà sugli specchi pure di convincere il suo uditorio radical-chic  che la nuda realtà dei fatti, confermata dagli esami del dna, è solo una  “leggenda metropolitana”.

Ho notato che c’è una divergenza sempre più marcata fra il sentire del “popolo” ossia della gente normale e il parere di intellettuali e politici. La gente normale, che è costretta, suo malgrado, ad interagire con i Rom e gli altri immigrati ha chiaro che molti di loro non si vogliono integrare. Invece, politici e intellettuali non hanno mai a che fare con i Rom e gli altri gli immigrati. Infatti vivono esistenze dorate, perlopiù a spese dei contribuenti, in quartieri di lusso, protetti da guardie giurate. Se vogliono fare carriera nelle redazioni dei giornali e nei palazzi del potere, questi damerini benestanti e benpensanti devono ripetere le parole d’ordine del Nuovo Vangelo  buonista e multiculturale. Per giustificare i sempre più frequenti episodi di violenza di Rom e immigrati versi gli italiani, ripetono  la favoletta marxista secondo cui i nostri ospiti sarebbero violenti contro di noi a causa delle “ingiustizie sociali” e delle “discriminazioni”  che subirebbero da parte nostra. Ora, in primo luogo è infondata a livello teorico l’idea marxista che la violenza in tutte le su forme sia generata dalle “sperequazioni sociali” ma non mi dilungo su questo, Dico solo che essa porta a giustificare la violenza  degli immigrati e dei “poveri” in generale contro le persone normali che vivono lavorando duramente e pagando tasse esorbitanti. Ma questa idea-favoletta si rivela sbagliata soprattutto se consideriamo  che i nostri ospiti noi li trattiamo fin troppo bene. Come ho detto, lo Stato italiano sperpera montagne di milioni dei nostri soldi per aiutare i Rom ma anche gli immigrati con status di profughi. Non è vero che i Rom rubano perché noi non li integriamo: è vero piuttosto che i Rom rubano perché non vogliono integrarsi. E se qualcuno mi viene ancora a dire che  il terrorismo islamico sarebbe una conseguenza della violenza economica dell’Occidente “capitalista” contro il Medio Oriente “proletario” gli spacco la faccia. Ma quale violenza economica? Quale sfruttamento? Non vi è giunta notizia che i terroristi galleggiano sui miliardi dei paesi del petrolio? Lo sapete quanti miliardi regalano ogni anno i paesi occidentali ai paesi del Medio Oriente?
Per sentirsi fighi, i benpensanti benestanti hanno permesso ad una ignorante incompetente, il cui unico merito è di avere la pelle nera, di prendere il potere. Se provi a protestare contro gli immigrati violenti l’ignorante incompetente, che nutre un odio patologico verso gli italiani, ti marchia sulla carne viva con la parole “razzista”.

In realtà, qui il razzismo inteso come teoria della superiorità della razza bianca non c’entra nulla (anche perché in passato questa teoria prevedeva come corollario il razzismo verso gli italiani, giudicati “semi negroidi”). Non è un problema di razza: è un problema di CULTURA. Per quanto riguarda gli islamici, sappiamo tutti che alta considerazione hanno delle donne e degli Infedeli”. (Noto fra parentesi che per fortuna molti islamici sono civili e moderati, disposti ad integrarsi). Per quanto riguarda i Rom, studi accurati di antropologia culturale dimostrano che la cultura Rom (ma in generale la cultura di tutti i popoli nomadi) giustifica e incoraggia il saccheggio sistematico dei territori ospiti e la violenza verso gli odiatissimi “stanziali”. (Noto fra parentesi che per fortuna non tutti i Rom accettano passivamente questa cultura, e molti di loro oggi manifestano la sincera volontà di lavorare e integrarsi). Tutti quelli che lavorano nelle forze dell’orine raccontano, spesso in privato, che tutte le volte che si entra in un campo rom trovano montagne di refurtiva. Ora, accusare gli italiani di “razzismo” verso i Rom mi sembra davvero surreale, visto che i poveri  contribuenti italiani son costretti a pagare a loro insaputa montagne di milioni in forma di sussidi per questa gente, che di integrarsi e rispettare le leggi no ne vuole sapere. E francamente la gente normale è stanca di sentirsi insultata come “razzista” ogni volta che prova a chiedere di essere protetta dalla violenza di quella gente. L’insulto “razzista” con cui veniamo feriti è doppiamente intollerabile perché è pronunciato prevalentemente da intellettuali radical-chic della sinistra al caviale che conducono esistenze dorate in quartieri signorili, protetti dalle guardie giurate, lontano dai campi rom. Dai loro sontuosi salotti, col cocktail in mano, invocano “tolleranza” nei confronti dei Rom e degli altri immigrati che non voglio integrarsi. Questo si chiama fare fare l’integrazione e la tolleranza col didietro degli altri.

IL DIAVOLO AL CINEMA

Eccolo finalmente il mio articolo sul DIAVOLO AL CINEMA!!!

In esso cerco di rispondere alla domanda da cento milioni di dollari: perché il piccolo La grande bellezza di Sorrentino e il semi-porno Lo sconosciuto del lago hanno avuto più successo dell’immenso To the wonder di Malick? Leggete e capirete.
Dopo avere risposto a questa domanda, esamino una serie di film dal contenuto esplicitamente o implicitamente anti-cristiano: Magdalene di Mullan, Philomena di Frears, E venne il giorno di Shyamalan, Carrie. Lo sguardo di Satana di De Palma e Seven di Fincher.

Per leggerlo, cliccate qui:

Il diavolo, probabilmente? No, certamente!

Buona lettura.

 

venerdì 11 ottobre 2013

Un metodo infallibile per fare successo nel mondo cinematografico. E non è un caso che il Papa Francesco abbia detto queste cose: “Ci sono alcuni preti che quando leggono questo brano del Vangelo, questo e altri, dicono: ‘Ma, Gesù ha guarito una persona da una malattia psichica’. Non leggono questo qui, no? E’ vero che in quel tempo si poteva confondere un’epilessia con la possessione del demonio; ma è anche vero che c’era il demonio! E noi non abbiamo diritto di fare tanto semplice la cosa, come per dire: ‘Tutti questi non erano indemoniati; erano malati psichici’. No! La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio”.

Oggi il cinema sta male in tutto il mondo. Di bei film se ne vedono pochi, di capolavori quasi nessuno. Un anno fa appare un film che sfiora il capolavoro: To the wonder di Terrence Malick. Non tutti possono apprezzare e condividere la complessa visione filosofica e religiosa di Malick, ma nessuno che abbia occhi e orecchie può negare che To the wonder è un film di altissimo livello, superiore da tutti i punti di vista alla stragrande maggioranza dei film usciti negli ultimi anni. Secondo molti critici, To the wonder sarebbe soltanto un vuoto esercizio di formalismo in cui le immagini contano più dei contenuti. In realtà, in quel film i contenuti passano proprio attraverso lo splendore delle immagini. Ma anche se fosse soltanto un vuoto esercizio di formalismo, To the wonder resterebbe comunque uno dei migliori film degli ultimi anni. Eppure, pubblico e critica lo hanno accolto tiepidamente. Quando è stato presentato al festival di Venezia, nel settembre del 2012, è stato battezzato da pochi, svogliati applausi e molti fischi. Invece, La grande bellezza di Paolo Sorrentino, uscito in pompa magna nel maggio del 2013, è stato accolto con entusiasmo dal pubblico e da gran parte (non tutta) della critica. Ha ricevuto perfino la nomination all’Oscar per il migliore film straniero. Insomma, la maggior parte degli spettatori e dei critici pensano che l’ultimo film di Sorrentino sia un capolavoro. Sono in pochi (fra i quali la sottoscritta) a pensare che La grande bellezza sia solo un filmetto sciatto e pretenzioso (se vi interessa, ho analizzato in maniera approfondita La grande bellezza in questo saggio pubblicato sul sito di Forma Cinema: La grande (assenza di) bellezza. Il manierismo vuoto di Paolo Sorrentino http://www.formacinema.it/obraz-on-line/installation/247-la-grande-assenza-di-bellezza-il-manierismo-vuoto-di-paolo-sorrentino ).
A questo punto dobbiamo chiederci: perché alla maggior parte della gente (per fortuna non tutta) l’ultimo film di Sorrentino sembra più bello dell’ultimo film di Malick? Io una idea ce l’avrei. Forse sbaglio, ma secondo me Sorrentino è più amato di Malick per la semplice ragione che Sorrentino ostenta un anticlericalismo tanto becero quanto convenzionale (rimando al mio saggio) mentre Malick ha l’impudicizia di ostentare una fede sincera. Che scandalo! E già, perché oggi la fede scandalizza molto più della pornografia. Anzi, la pornografia non scandalizza più nessuno, neppure i benpensanti. Leggo su una rivista: «Con Lo sconosciuto del lago, Alain Guiraudie ha scandalizzato i benpensanti, a Cannes mostrando il sesso com’è, meccanica e idraulica di corpi che si avvincono per alcuni minuti.» (Luca Mosso, “Scandaloso Guiraudie tra paura e desiderio”, Tutto Milano, 26 ottobre 2013) Ma va’ là: i benpensanti post-moderni applaudono fino a spellarsi le mani se gli fai vedere la pura meccanica dell’accoppiamento di due corpi dello stesso sesso. Non a caso, Lo sconosciuto del lago, che narra una storia d’amore gay, ha ottenuto il premio per la miglior regia nella sezione “un certain régard”. Se invece ai benpensanti fai vedere un film in cui c’è un prete che chiede a Dio di mostrare il suo volto, volano subito i fischi.
Sei un giovane regista emergente in cerca di successo? Dai retta a me: nei tuoi film mettici tanto sesso preferibilmente omo, tanta retorica multiculturale e soprattutto tante menzogne contro la Chiesa, e vedrai che diranno che sei il nuovo Fellini. Potrei suggerirti di fare un film su suore sadiche che seviziano adolescenti ambosessi nell’Irlanda cattolica, ma purtroppo questa idea è già stata sfruttata due volte. Suore aguzzine sono apparse infatti sia in Magdalene di Peter Mullan, uscito nel 2002, sia in Philomena di Stephen Frears, presentato quest’anno a Venezia. Per fortuna il repertorio delle leggende nere contro la Chiesa è molto vasto: fra esse ne troverai almeno una che fa al caso tuo. Mettila nel tuo film e presentalo ad un festival importante. Se nessuno ti vuole premiare perché il tuo film artisticamente fa schifo, non ti preoccupare: potrai sempre dire che i giurati dei festival non ti vogliono premiare perché il tuo film è troppo “coraggioso” per un paese arretrato e bigotto come il nostro.
La verità è che le “storie vere” narrate da Mullan e da Frears hanno la stessa validità storica di voci di corridoio. In primo luogo, bisogna vedere se le persone che hanno raccontato quelle storie non hanno mentito, distorto o anche solo esagerato i fatti. Non ho nessuna difficoltà a credere che fra milioni di suore nel mondo ce ne siano pure alcune molto cattive. In tutti i gruppi umani ci sono un certo numero di persone tutt’altro che buone. Ma appunto, il fatto che alcune suore siano cattive non dimostra che tutte le suore siano cattive. Analogamente, il fatto che alcuni preti siano pedofili non dimostra che tutti i preti lo siano. I registi Mullan e Frears utilizzano i racconti vaghi di mezza dozzina di persone che hanno avuto la sfortuna di incontrare pessime spose di Cristo per dimostrare surrettiziamente proprio questo: che tutte le suore d’Irlanda sono cattive perché la fede rende cattivi. Invece di parlare delle innumerevoli suore che assistono i poveri nel Terzo Mondo e degli innumerevoli preti che educano i giovani nelle parrocchie, registi e giornalisti puntano i riflettori su pochi preti pedofili e poche suore manesche. La verità, taciuta sistematicamente dai media, è che la percentuale dei pedofili fra gli uomini di Chiesa è molto inferiore alla percentuale dei pedofili fra i laici. Ma il più delle volte è inutile spiegare la verità. Infatti, la gente preferisce le menzogne alla verità perché le menzogne sono più seducenti. Se vuoi essere “in” e fare strada nel mondo devi ripetere queste menzogne. Perché il principe di questo mondo è mentitore e padre di menzogna.
Il diavolo non agisce mai apertamente. Lavora nel nascondimento. I suoi migliori servitori sono proprio quelli che non credono in lui. Per tornare al nostro tema, i cineasti atei diffondono con efficienza le menzogne che colui in cui non credono suggerisce loro. Da tempo sostengo che ne uccide più lo schermo che la penna. Fuor di metafora, una stessa menzogna è più potente quando passa attraverso uno spettacolo televisivo o cinematografico che non quando passa attraverso un’opera scritta, di qualunque genere essa sia. Infatti, i consumatori di televisione e di cinema sono incomparabilmente più numerosi dei lettori di opere scritte di tutti i generi. Cosa ancora più importante, le prime esigono poca attenzione da parte del fruitore mentre le seconde ne richiedono molta. Quando leggiamo qualunque cosa, non importa che cosa, la nostra mente lavora molto più che quando guardiamo uno spettacolo televisivo e un film (a meno che il film non sia una vera, grande opera d’arte: quando si innalza al livello dell’arte anche il cinema fa lavorare la mente a pieno regime). Ci sono buone ragioni per credere che, quando è troppo rilassata, la nostra mente tenda ad assorbire rapidamente, senza fermarsi a giudicarla, qualunque menzogna le venga propinata. D’altra parte, l’idea che lo schermo abbia un potere di persuasione molto superiore a quello della penna l’hanno già avuta in molti prima di me, in primo luogo Karl Popper e Marshall McLuhan.
Penso da tempo di stilare una lista completa dei prodotti cinematografici e televisivi che calunniano la Vera Religione. La lista, purtroppo, sarebbe lunghissima e si rischierebbe sempre di dimenticare qualcosa. Nella lista dovrebbero figurare, oltre ai due succitati film, anche Il codice da Vinci (2006) e Angeli e demoni (2009) di Ron Howard nonché Le Crociate di Ridley Scott (2005). Questi film distorcono la verità storica in maniera talmente palese e impudica che è inutile parlarne. Molto più numerosi dei film e telefilm che calunniano apertamente la Chiesa distorcendo la verità storica sono i film e telefilm che calunniano la stessa fede in Dio. Fateci caso: nella stragrande maggioranza dei film di massa i cristiani in generale e cattolici in particolare appaiono nel migliore dei casi come dei creduloni stupidi, nel peggiore come dei fanatici pronti a commettere ogni sorta di atrocità nel nome della fede. Per il momento, cito solo tre degli innumerevoli film che calunniano la fede: E venne il giorno di M. Night Shyamalan (2008), Carrie. Lo sguardo di Satana, di Brian De Palma (1976) e Seven di David Fincher (1995).
Nel primo film appare una vecchia pazza misantropa che abita da sola in una villetta isolata. Le pareti della sua camera da letto sono tappezzate di immaginette di Cristo e della Madonna. Poco prima di fare una fine orrenda, la vecchia ripete ossessivamente: «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla, il Signore è il mio pastore, non manco di nulla…». Che cosa avrà insegnato o, meglio, che messaggio recondito avrà iniettato nella mente dello spettatore questa scena? Ecco il messaggio: la fede è una sorta di malattia mentale che ti allontana dai tuoi simili e Dio non ti aiuta quando ne hai bisogno per la semplice ragione che non esiste.
E veniamo al secondo film. Carrie, protagonista, è una ragazza emarginata e complessata che subisce ogni sorta di angherie da parte delle compagne di scuola e che a casa è oppressa dalla madre: una pazza bigotta con gli occhi spiritati che apre bocca solo per citare la Bibbia e riempie la casa di immagini devozionali e giganteschi crocifissi vagamente mostruosi. Impedendole di frequentare ragazzi maschi e sottoponendola ad ogni sorta di punizioni e castighi, la bigotta compromette irrimediabilmente la salute psichica della figlia. Il messaggio (subliminale) è fin troppo chiaro: la fede ti vieta di godere delle gioie della vita, rendendoti pazzo e violento.
E veniamo a Seven, un film freddo e manieristico, senza un briciolo di autentica poesia, che qualcuno si ostina a considerare un capolavoro. In una città sporca e marcia un serial killer comincia ad uccidere quelli che ai suoi occhi appaiono come “peccatori” esemplari. La sua politica è di “colpire un vizioso per educarne cento”. Non si riesce a capire se il serial killer è cattolico a tutti gli effetti, ma appare evidente che comunque ha ricevuto una educazione cattolica. Infatti, è ossessionato dai “sette vizi capitali” e prende ispirazione dalla Divina Commedia di Dante. Il messaggio è che la religione cattolica ti trasforma in un moralista intollerante e violento che odia i peccatori. Spero non ci sia bisogno di spiegare che in realtà la Chiesa ci insegna a non odiare i peccatori ma il peccato, riconoscendoci noi per primi peccatori bisognosi di misericordia. A parte questo, il fatto che in quello scadente filmetto ateo il serial killer prenda ispirazione della Divina Commedia, quasi che Dante Alighieri fosse il suo “mandante morale”, appare come una inaccettabile offesa verso il sommo poeta. Significativo il fatto che gli atei odino la Divina Commedia non meno di quanto la odino i fondamentalisti islamici. I fondamentalisti la odiano perché Dante Alighieri parla male del loro profeta, gli atei la odiano perché Dante Alighieri parla di Dio. Mentre i fondamentalisti se potessero, distruggerebbero tutte le copie della Divina Commedia presenti sulla faccia della terra, gli atei di casa nostra per il momento si limitano a chiedere che nelle scuole dell’obbligo non si insegni più la Divina Commedia. C’è da giurare che, almeno per qualche tempo, fondamentalisti e atei diventeranno “amici” – come Erode e Pilato – combattendo fianco a fianco contro i cristiani.

Morte al governo tassassino del democristiano Enrico Letta

Mps

Non ho mai fatti mistero di militare nell’ala italiana del movimento ultra-liberale dei Tea Party, nato negli Usa. La mia posizione è sempre stata chiara: basta spesa pubblica, basta tasse, a casa tutti i parassiti (impiegati statali fannulloni, forestali in Sicilia, falsi invalidi, vecchi con pensioni d’oro eccetera). Dal momento che l’Italia langue sotto il peso di un debito di proporzioni apocalittiche, il governicchio di Letta (soprannominato barzell-Letta) avrebbe avuto un solo compito ossia un’unica ragione di vita: estinguere il debito abbattendo la spesa pubblica. Invece Letta non solo non ha tagliato un euro di spesa pubblica e di tasse, ma ha alzato entrambe. Infatti ha programmato migliaia di nuove assunzioni in inutili posti di lavoro pubblici e in più ha reintrodotto l’Imu (ribattezzandola “service tax” nella speranza di ingannare gli italiani) e ha alzato l’Iva. In questa maniera finisce di uccidere letteralmente uccidere l’economia. Le famiglie non hanno più soldi da spendere, i negozianti non vendono e le fabbriche chiudono. E molti si suicidano.

Non tutti hanno chiaro che il governi Monti, degno precursore del governo Letta, ha perpetrato un vero e proprio crimine contro l’umanità. Il gettito dell’Imu vale circa (miliardo più miliardo meno) 4 miliardi. Ebbene, la banca assassina del PD denominataMONTE DEI PASCHI DI SIENA ha bruciato 3 miliardi. Ripeto: 3 miliardi, che erano tre miliardi di fatiche e dolore di risparmiatori italiani. Allora che ha fatto il governo ladro? Ha forse abbandonato al suo destino la banca assassina risarcendo i risparmiatori? Niente affatto: le ha regalato subito 3 miliardi dei nostri soldi. Dove li ha presi quei 3 miliardi? Semplice: da gettito dell’Imu. Se ci fate caso, si è rinunciato a cancellare l’Imu proprio quando è caduta la Mps. Quindi noi paghiamo l’imu per salvare il culo ai ladri benestanti benpensanti radical-chic terrazzari della sinistra multiculturale che ci riempie le città di rom ladri e di reclutatori di terroristi. Roba da fare le barricate per strada.
A questo punto, io mi sarei aspettata che i “ciellini” Mario Mauro e Maurizio Lupi  facessero quello che è in loro potere per evitare questo crimine. Invece i “ciellini” hanno taciuto e acconsentito. Gli unici che hanno protestato contro Imu e Iva sono stati Berlusconi (proprio lui) e i suoi fedelissimi: “Avevamo detto che se il governo Letta non toglieva l’Imu e non abbassava l’Iva, avremmo tolto la fiducia al governo”. Quindi volevano togliere la fiducia al governo già molto prima che fosse emessa la sentenza (degna del tribunale stalinista) contro Berlusconi. Questa sentenza è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E Lupi e Mauro, che fanno? Protestano contro le tasse e contro le sentenze sovietiche? Niente affatto: si uniscono ad una fronda di traditori capeggiati da Alfano che vogliono sostenere questo governo tassassino. In altri termini, Lupi e Mauro vogliono più tasse. Per questo non li perdonerò mai. Mauro avrebbe dovuto ritirarsi dalla politica, vergognandosi, già un anno fa, quando sostenne il partito di Monti. Inoltre, quei due “ciellini” hanno clamorosamente fallito anche per quanto riguarda i “temi etici”: si sono mossi male e così adesso ci ritroviamo con una legge liberticida. Tanto per chiarirci, adesso noi di Pepe non potremo più parlare di omosessualità come abbiamo fatto ultimamente.
Alla luce di quanto ho detto, l’ultimo editoriale di Tempi, che invita a salvare il governo barzel-Letta non mi ha convinto. Ecco i commenti che ho lasciato su Tempi:

“Mario Mauro e Maurizio Lupi hanno avuto modo di dimostrare tutta la loro inadeguatezza. A Lupi concedo ancora una sola possibilità, a Mauro no: ha appoggiato il progetto politico del terrorista fiscale Monti. Formigoni, che è più sveglio, proprio su Tempi ha detto che non si può sedere al tavolo con chi ti vuole uccidere. Che senso ha stare a sproloquiare sul “dopo” se non si tiene in conto il tragico “adesso”? La sinistra vuole uccidere la destra, il governo delle larghe intese vuole uccidere l’Italia, e ci sta riuscendo. Ostinarsi a non tagliare un euro di spesa pubblica, alzare l”iva e non ritirare subito, senza condizioni, l’imu e la service tax significa dare il colpo d grazia all’economia, spingendo la gente al suicidio. Quindi che senso ha preoccuparsi del “dopo”? Qualsiasi “Dopo” sarà meno peggio di questo “ora”. Uccidiamo questo governo prima che questo governo uccida noi, poi si vedrà. Anzi, teniamolo in vita giusto il tempo di cambiare la legge elettorale, poi mandiamolo nel posto che le sue malvagie azioni gli hanno meritato: il patibolo.”
La mia ragione mi dice che niente può essere peggio di questo governo zombi che, per nutrire le mandrie dei suoi clienti, uccide letteralmente uccide il popolo di tasse. Ma potrei sbagliarmi, potrei avere tralasciato qualche fattore della realtà, quindi sono pronta a ricredermi se qualcuno mi spiega perché bisogna continuare sostenere questo governo zombi. Le spiegazioni fornite da questo editoriale sono troppo deboli e facilmente confutabili. In sostanza, mi viene detto: meglio tenersi il governo perché, se si votasse, non si riuscirebbe comunque a fare un governo e Napolitano farebbe un altro governo debole di larghe intese. Può darsi. Ma un altro governo debole di larghe intese in ogni caso non potrebbe essere peggiore di questo. E non si può escludere che nuove elezioni possano garantire un maggioranza decente a gente meno tassassina di questa. Infatti tutti gli altri argomenti scompaiono e rimane un solo tema: le TASSE. La questione è semplice: l’unico governo moralmente legittimato sopravvivere è un governo che taglia la spesa e toglie tasse. Ebbene, questo governo non lo ha fatto quindi non ha ragione di sopravvivere. Punto.
Anche la vicenda del Berlusca ha il suo peso. In questo editoriale si vuole fare credere che il Pdl vorrebbe rovinare l’Italia per salvare un solo uomo. Balle. La verità è che, se oggi lasciamo i cani rabbiosi appendere Berlusca a piazzale Loreto, domani appenderanno tutti quelli che prenderanno il suo posto. E vincerà in eterno la sinistra ignorante, invidiosa e tassassina. Poi anche io ho molte riserve su Berlusconi. Prometteva meno tasse, è invece si è scoperto che sotto il suo governo al spesa pubblica è stata moltiplicata.”

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