Tesori in frantumi

Una voce dall'abisso

Archivio per la categoria “liberalismo”

L’internazionale antitrumpista ha un problema: più lo insultano, più lui vince

Marzo 26, 2016 Giovanna Jacob

“The Donald” non solo non è il mostro biblico dipinto dalla propaganda antitrumpista ma ha addirittura alcune idee giuste, sebbene imperfette e perfettibili

Caro direttore, ho l’impressione che dall’inizio di quest’anno abbia iniziato a prendere forma uno dei più grandi partiti politici di tutti i tempi, forse più grande perfino del vecchio partito comunista internazionale. A questo nuovo partito aderiscono tutti i giornalisti e tutti gli intellettuali di tutti gli schieramenti politici e ideologici di tutto il mondo, tutti i dirigenti e tutti gli attivisti del partito democratico degli Usa, tutti i dirigenti e tutti gli attivisti del partito repubblicano degli Usa, tutti i veteromarxisti ortodossi e tutti i neoconservatori, tutti i relativisti-multiculturali-antioccidentali e tutti i liberal-conservatori, tutti gli atei fondamentalisti e tutti i musulmani fondamentalisti, tutti gli ecologisti-animalisti e tutti gli hacker, tutti gli atei devoti e tutti i cristiani devoti e tanti altri. Essi non hanno delle idee in comune, a parte una: Donald Trump è il male fatto uomo. Non hanno obiettivi politici in comune, a parte uno: impedire con tutti i mezzi a Donald Trump di diventare presidente degli Stati Uniti d’America. Insomma, non sono amici fra loro ma hanno un nemico anzi un “nemico da abbattere” in comune.

I membri di questa sorta di partito antitrumpista internazionale inondano il mondo di articoli contro Trump, talk-show contro Trump, documentari contro Trump, spot pubblicitari contro Trump, video di Youtube contro Trump, post e tweet contro Trump, e-mail contro Trump. Esperti di marketing e di comunicazione, pagati a peso d’oro dai vertici dl Gop e da vari gruppi di potere, lavorano h24 per convincere l’elettorato repubblicano che il candidato repubblicano Trump è un socialista sotto mentite spoglie repubblicane e per convincere l’elettorato cristiano che tutte le idee di Trump sono contrarie al Vangelo, soprattutto l’idea di impedire a milioni di messicani di entrare illegalmente negli Usa e impedire ai musulmani di entrare negli Usa per un periodo più o meno lungo.

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L’internazionale antitrumpista ha un problema: più lo insultano, più lui vince

Chi ha paura di Starbucks?

Marzo 6, 2016 Giovanna Jacob

Come McDonald’s non ha portato via clienti alle pizzerie italiane, così Starbucks non porterà via clienti ai bar italiani

 

Caro direttore, se ne parlava da mesi ma adesso è ufficiale: Starbucks, la famosa catena americana di caffetterie,sbarcherà in Italia. I detrattori del libero mercato e della globalizzazione economica non riescono a darsi pace. Convinti che il protezionismo sia la panacea di tutti i mali dell’economia, protestano a gran voce: “Come si può permettere ad una azienda yankee di venire in Italia a rubare clienti alle aziende italiane e a distruggere la tradizione italiana del caffè?”. Essi non hanno chiaro che impedire ad un imprenditore straniero di fare soldi in Italia significa anche impedire a tanti italiani di portare i soldi a casa. Riusciranno gli anti-globalizzazione a convincere i disoccupati italiani che, pure di proteggere le aziende italiane dalla concorrenza straniera, vale la pena impedire agli imprenditori stranieri di creare nuovi posti di lavoro in Italia? Oltretutto, gli anti-globalizzazione non hanno chiaro che, in ogni nazione in cui è stato applicato, il protezionismo ha sempre portato più svantaggi che vantaggi per l’economia nazionale. Se i consumatori possono comprare solo i prodotti delle aziende nazionali, queste ultime non hanno nessun interesse a migliorare costantemente il rapporto qualità prezzo dei loro prodotti e a inventare nuove tecnologie. Quindi, le aziende non corrono mai il rischio di andare fuori mercato ma i consumatori sono costretti a pagare sempre di più per avere prodotti sempre più scadenti (che è esattamente quello che avviene in tutti i paesi socialisti). E il paese stesso arretra irresistibilmente.

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Chi ha paura di Starbucks?

Se i giovani italiani si mettono in fila davanti al consolato Usa

Mio articolo apparso ieri su Tempi:

Se i giovani italiani si mettono in fila davanti al consolato Usa

LE MENZOGNE DELLA NUOVA DESTRA SULL’IDEOLOGIA GENDER

Lettera in redazione. Gli errori della “nuova destra” sull’ideologia gender

Charlie Hebdo: no al laicismo autoritario

Mio articolo apparso oggi su Cultura Cattolica:

http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=36744

DEDICATO AI PROVINCIALI MORTI D’AMORE PER LA PATRIA DEI VECCHI E DEI NUOVI BEATLES. CORAGGIO, USCIRE DAL TUNNEL DELLA TOSSICO-ANGLO-DIPENDENZA E’ POSSIBILE…

Ieri la Gran Bretagna esportava nel mondo la musica dei Beatles, oggi esporta il terrorismo dei nuovi Beatles. Al di là delle apparenze, il quartetto di virtuosi dello sgozzamento è figlio naturale della Gran Bretagna: una nazione corrotta come nessuna altra da un nichilismo edonista auto-distruttivo a base di sesso-droga-rock’n roll che non può opporre nessun ostacolo alla diffusione del nichilismo omicida portato dagli immigrati delle ex colonie britanniche.

P. S. 

Appena ti provi a muovere una lieve critica all’Inghilterra, subito orde di italiani tossico-anglo-dipendenti insorgono e ti bersagliano di critiche melodrammatiche da innamorati feriti.
Critica numero uno: “Tu odi l’Inghilterra perché sei fascista”.
E no, cari, criticare una nazione non significa odiarla ed inoltre sapete bene tutti che io sono più liberale della Thatcher. Dandomi della fascista, si comportano esattamente come i comunisti, secondo i quali erano nostalgici del Duce tutti coloro (compresa la Fallaci e Guareschi) che non volevano Stalin in casa.  
Critica numero due: “Tu critichi l’Inghilterra perché non la conosci bene, io invece la conosco bene e ti assicuro che non c’è tutta la violenza che credi tu: ho fatto avanti e indietro per Trafalgar Square e nessuno mi ha tagliato la gola”. I
n realtà, molto più di superficiali impressioni di turisti contano articoli e reportage giornalistici, che attraverso internet sono reperibili in quantità industriale.
Critica numero tre: “Un italiano che si permette di criticare l’Inghilterra è come il bue che dà del cornuto all’asino”.
Ho detto scritto e ripetuto più volte che l’Italia è il paese più “cornuto” del mondo sotto molti aspetti (in primo luogo è oppressa da uno statalismo patologico) ma le nostre “corna” non rendono l’asino-Inghilterra meno asino. Nello specifico, l’asino inglese non è liberale, non lo è mai stato. Non riuscirò mai a capire come sia nata e si sia diffusa la leggenda secondo cui una nazione famosa per essere stata presa a calci dalle sue colonie americane proprio a causa di tasse e dazi iniqui possa essere ancora guardata come un faro di civiltà liberale.
Critica numero quattro: “Ma certo che l’Inghilterra è un paradiso liberale: è al quinto posto nella classifica dell’indice delle libertà economiche, mentre l’Italia è al milionesimo posto dopo il Biafra, ragione per cui centinaia di italiani lasciano l’Italia per andare in Inghilterra”.
Anche un paziente in fin di vita ha “più vita” rispetto ad un cadavere. Io non ho dubbi: il sistema Italia è un cadavere e il default arriverà senza se e senza ma. Dunque, rispetto al cadavere Italia, qualunque posto è migliore: perfino la Spagna (il cui debito è inferiore a quello italiano, ma è comunque altissimo). Ho visto servizi televisivi su ragazzi italiani che credono di avere trovato nella Spagna socialistica post-zapatera un Eden di opportunità. E se la Spagna va bene, l’Inghilterra non può che andare meglio. Ma stare meglio di un cadavere non significa stare bene. Da quello che ho letto io in quell’indice, l’Inghilterra è quinta in Europa, non nel mondo. Nel mondo la quattordicesima, surclassata dalla piccola Irlanda e dagli Usa di Obama, che non è certamente un liberale. Inoltre, la “libertà economica” è solo una componente di un sistema liberale. In sostanza, in Inghilterra puoi vendere e mettere su impresa come, dove e quando vuoi, mentre in Italia, prima di aprire un buco, devi chiedere centinaia di permessi, pagare centinaia di carte bollate e infine cedere qualche mazzetta per non morire (Caprotti ha aspettato trenta anni permessi per aprire una sola Esselunga in Toscana). Tutto bene. Ma poi vengo a sapere che, se in Inghilterra puoi fare tutto quello che vuoi, in compenso tutta questa bella libertà la paghi con tasse indirette (non dirette come in Italia) salate per permettere alle ragazze che si fanno mettere incinte nei cessi delle discoteche e ai membri delle gang multietniche e multiculturali dei sobborghi di campare di rendita.
Ma facciamo un po’ di storia del pensiero liberale in formato Twitter. Dunque, a fondamento del mito dell’Inghilterra liberale ci sono gli scritti di John Locke, su cui non i dilungo. Ora, è stato proprio un ultra-liberale estremista (Murray Rothbard) ad informarmi che Locke, in sostanza, scopiazzò le idee già espresse dai tomisti della scuola di Salamanca e dallo stesso san Tommaso, nonché idee di altri pensatori cattolici. Proprio Rothbard sottolinea che, a parte Locke, poi il pensiero inglese prese una strada ambigua che di fatto, per eterogenesi dei fini, preparò la strada a Marx ed Engels (non sfugga che quest’ultimo era inglese). Marx studiò a lungo Smith e Ricardo. Invece, dal Libro libro grigio del sindacato (Bianco, Piombini, Stagnaro) ho appreso che nell’Inghilterra di Dickens i liberali denunciavano il fatto che le tasse e i dazi imposti dalla Corona per finanziare la casse parassitaria di lord e ladies aveva trascinato nella miseria nera vasti strati di popolazione britannica. Dunque, l’Inghilterra ottocentesca non era propriamente liberale. Invece dalla Vittoria della ragione di Rodney Stark ho appreso che nel diciannovesimo secolo i capitalisti inglesi erano esattamente come li descrivevano Marx ed Engels: degli squali avidi che, per fare profitto, preferivano abbassare i salari al di sotto della soglia di povertà piuttosto che rinnovare i macchinari. E quando disse che la religione è “l’oppio dei popoli”, Marx pensava all’Inghilterra, dove gli operai, abbrutiti dalla fatica, si intossicavano di oppio. Invece i capitalisti americani, essendo animati da principi cristiani e dovendo attirare manodopera dall’Europa, cercavano in tutti i modi di migliorare costantemente le tecniche di produzione e le condizioni di vita dei lavoratori. Infine, anche Ayn Rand parla del cupo clima socialista che vigeva in Inghilterra dopo la seconda guerra mondiale.
L’Inghilterra on è la patria del liberalismo ma casomai la patria del socialismo ridistributivo: i principali pensatori economici inglesi dopo Smith sono stati John Stuart Mills (inventore del concetto di “ridistribuzione delle ricchezze”) e il mefistofelico John Maynard Keynes. Non si dimentichi la scuola dei socialisti inglesi, denominati “fabiani”, fautori del passaggio graduale, senza rivoluzione d’ottobre, al sistema socialista. Vi siete mai chiesti perché si usa la parola inglese “welfare” per indicare l’assistenzialismo statale? Semplice: perché le prime forme di assistenzialismo statale furono introdotte nell’Inghilterra vittoriana. A Bismark parve una buona maniera per comprarsi i voti dei lavoratori e la introdusse in Germania. Oggi l’Inghilterra è piagata dal più vasto, ramificato ed efficiente sistema di welfare d’Europa, che ha abbrutito la popolazione di sobborghi, come denunciano i conservatori americani:
http://www.city-journal.org/2011/eon0810td.html


http://humanevents.com/2011/08/10/the-sun-never-sets-on-the-british-welfare-system/

 

I morti d’amore per l’Inghilterra sono convinti che l’Inghilterra sia ancora all’avanguardia in ogni campo. In realtà, l’Inghilterra ha dato moltissimo alla letteratura fino alla seconda Guerra Mondiale, dopo di che ha dato solo la musica pop (meglio di niente). Invece, nel campo della filosofia e della scienza l’Inghilterra ha partorito solo mostri: il nominalismo estremo, l’empirismo, lo scetticismo, la pseudo-scienza malthusiana, la pseudo-scienza darwiniana, l’eugenetica e il razzismo.
L’Italia da sola ha dato molto di più solo alla scienza e alla tecnica. Alcuni nomi recenti: Marconi, Fermi, Perotti (sconosciuto inventore del primo modello di pc).
L’Italia ha dato al mondo il cinema più grande del mondo per qualità: Rossellini, De Sica, Fellini, Antonioni, Pasolini…. Poi è finito tutto per colpa dei finanziamenti statali, e ci teniamo Sorrentino.
Infine, l’Italia ha avuto una industria automobilistica all’avanguardia e una industria della moda all’avanguardia.


Insomma, anche nell’ultimo secolo l’Italia ha dato molto al mondo. Ma il mondo deride gli italiani, trattandoli come mafiosi o pagliacci buoni solo a fare la pizza. E noi ci lasciamo insultare. Cosa c’è dietro questi insulti? Ma è semplice: la cultura razzista. E dove è nato questo razzismo? Proprio in Inghilterra.
Gli inglesi inventano le peggio schifezze filosofiche, i francesi le divulgano in maniera piacevole e brillante, i tedeschi perfezionano le schifezze elevandole a sistema. Gli inglesi (Locke, Hume, Berkley) hanno inventato l’empirismo nominalistico, i tedeschi (Kant, Hegel, Marx) ci hanno costruito sopra poderose cattedrali di pensiero che hanno portato al totalitarismo politico. Gli inglesi hanno inventato il razzismo e l’eugenetica “scientifiche” (Darwin, Galton), i tedeschi le hanno messe in pratica con teutone efficienza ossia hanno usato le tecniche di smaltimento industriale dei rifiuti per smaltire efficientemente gli scarti umani geneticamente imperfetti (ebrei, disabili eccetera) in stabilimenti all’avanguardia di nome Auschwitz, Birkenau, Dakau eccetera. Insomma, furono i mastrini inglesi a spingere quell’artista fallito di Monaco, che adorava Darwin come il suo dio, sulla strada di una brillante carriera politica.
Riassunto della teoria evoluzionista-razzista eugenetica di Charles Darwin e suo cugino Galton (i due porci si tenevano in contatto scambiandosi idee): all’interno della razza umana ci sono umani “inadatti” e umani “adatti”, i primi sono spazzati via dalla “selezione naturale” mentre i secondi sopravvivono e si riproducono (“survival of the fittest”); purtroppo la civiltà ha allontanato l’uomo dalla “selezione naturale” e così umani “inadatti” sopravvivono e si riproducono; “adatti” sono gli uomini forti e sani biondi e con gli occhi azzurri, “inadatti” sono gli umani affetti da qualunque tara ereditaria e tutti quelli che non sono biondi e con gli occhi azzurri; fra i non biondi, i più “inadatti” ossia più vicini alle scimmie sono i “negri”, mentre asiatici, sudamericani, semiti e mediterranei (italiani, greci e spagnoli) sono a metà strada fra i “negri” e i nordici ossia sono un quarto scimmie.
Per quanto riguarda gli italiani, la pubblicistica razzista-eugenetica affermava che fossero molto portati al crimine per ragioni genetiche. E così negli anni venti nacque il mito italiani = mafiosi. E il bello è che i primi a credere a questa equazione razzista e storicamente infondata sono proprio gli italiani, in particolar mondo gli italioti provinciali tossico-anglo-dipendenti, gli stessi che dispero di poter curare dalla loro triste addiction.
Ma italiani = mafiosi è una menzogna storicamente infondata: infatti OGNI GRUPPO ETNICO – anche quello anglosassone – HA AL SUO INTERNO FENOMENI DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE. Credete davvero che Al Capone fosse il gangster più potete d’America negli anni venti? Manco per le palle: il più grande era un anglosassone di discendenza inglese. Inoltre, non si dice che la mafia più potente di Chicago era di origine irlandese. Al Capone era solo il più famoso. Perché? Perché i giornali ne parlavano di più, come fosse un capro espiatorio: “Cari americani, noi siamo puri di cuore, questi stranieri di razza inferiore stanno rovinando l’eden senza peccato costruito dai padri pellegrini”. Si voleva fare credere alla gente che la superiore razza celto-germanica-anglosassone fosse immune al crimine per meriti genetici. Poi Hollywood ha consolidato, divulgato ed eternizzato questa menzogna: nei film di Hollywood gli italiani di Little Italy son tutti dei simpaticoni legati a famiglie mafiose, mentre più in generale il poliziotto o il politico corrotto hanno sempre cognomi italiani (vedi anche il recente “American Hustle”).
Per vostra informazione, oggi la mafia-camorra-sacra corona unita messe insieme a livello globale (ossia al di fuori dell’Italia) contavano poco ieri e non contano nulla oggi. Le mafie più potenti a livello globale sono i cartelli del sud America, la mafia russa, le triadi dell’estremo Oriente e soprattutto la mafia giapponese: la temibilissima Yakuza. Nota bene: chi è molto addentro nelle cose giapponesi, sa che a Tokio non si muove foglia che Yakuza non voglia. Eppure, nessuno si sognerebbe di dire giapponesi = mafiosi. Anzi dei giapponesi è obbligatorio avere tutti una altissima opinione. Invece tutti a dire italiani = mafiosi pizza-mandolino. Ma quando vi accorgerete che è razzismo?
Al razzismo anti-italiano ho dedicato una serie di post che, secondo il sistema di rilevazione di WordPress, attirano costantemente una montagna di contatti da varie parti del mondo, specialmente da Germania e Inghilterra. Di fatto sono i post più ricercati. Evidentemente, i motori di ricerca portano al mio blog i poveri italiani all’estero, ricevere di subire sputi e insulti dai membri delle razze superiori dalla mattina alla sera. Come spiego nei iei articoli, il razzismo anti-italiano di recente si è espresso tramite la campagna anti-Berlusconi che ha infiammato i media stranieri:
https://reginadigiove.wordpress.com/2013/08/30/le-irragionevoli-ragioni-del-razzismo-anti-italiano-perche-gli-italiani-si-lasciano-insultare-senza-reagire/

 


P. S. una italiana residente in Inghilterra da parecchi decenni la pensa esattamente come me: Gaia Servadio, autrice del libro C’è del marcio in Inghilterra.  
Qui la recensione in pdf del suo libro, nelle immagini una selezione delle parti più interessanti fatta da me.

 

InghilterraMarcia1 InghilterraMarcia2 InghilterraMarcia3

CARI IMPIEGATI STATALI, GUARDATE STEVE JOBS E VERGOGNATEVI.

JOBS

Ecco a voi la nuova LOTTA DI CLASSE:
i CAPITALISTI (proprietari di impresa, liberi professionisti, commercianti e tutte le altre categorie di persone che producono ricchezza) sono sfruttati e derubati da una classe di PARASSITI STATALI (gente cui lo STATO-LADRO regala i soldi rubati ai capitalisti tramite il fisco).
La LOTTA DI CLASSE ha anche una connotazione geografica:
la maggior parte dei CAPITALISTI si concentrano nelle regioni del NORD
la maggior parte dei PARASSITI-STATALI si concentrano nelle regioni del CENTRO-SUD.
E poi vi stupite si i veneti, massacrati dal fisco, vogliono staccarsi da una capitale cialtrona e ladrona? I produttori di ricchezza del nord sono dissanguati, la maggior parte dei meridionali vivono succhiando sangue ai primi (in Sicilia c’è un forestale per ogni albero).
L’idea che l’Italia si debba dividere mi fa molto soffrire, ma non vedo alternativa.
Se unità d’Italia significa che alcuni pagano e altri incassano, allora è meglio dividersi.
Subito.

Cari PARASSITI-STATALI, vergognatevi.

Siete voi che distruggete quell’unità nazionale che i nostri antenati pagarono con il sangue sui campi di battaglia. Siete voi i becchini dell’Italia.

Per vergognarvi di voi stessi, per capire quanto fare schifo, vi condannerei a vedere ininterrottamente “Jobs”, nuovo film sulla vita di Steve Jobs. Voi schifosi parassiti senza dignità da una parte sputate sul capitalismo, insultate il mercato e votate per i politici che vi trovano il posto sicuro di fannulloni nel settore pubblico, dall’altra smanettate dalla mattina alla sera sui pc, sui Mchintosh, sugli i-pad, sugli smatphone eccetera. Ma chi ve li ha inventati e costruiti questi splendidi giocattoli? Lo Stato-ladro? No: ve li hanno regalati alcuni eroi che più di 40 anni fa, invece di cercare come voi un posto fisso di fannullone stipendiato dai contribuenti nel settore pubblico, hanno scelto di realizzare le loro idee in un GARAGE correndo dei rischi CON I LORO SOLDI. E dai loro garage hanno costruito le fondamenta di un impero economico che nutre migliaia di persone e aumenta le ricchezze complessive delle nazioni occidentali. Infatti i loro strumenti hanno aumentato la produttività di tutte le aziende. Ma voi, parassiti invidiosi, chiedete al vostro padrino, lo Stato-ladro, di spogliare tutti i nuovi Steve Jobs delle loro ricchezze tramite le tasse. Bravi, continuate a spogliare i nuovi Steve Jobs. Così quando moriranno tutti i nuovi Jobs, morirete pure voi. Quando muore il corpo che nutre i parassiti, muoiono pure i parassiti. E’ meglio se morite prima di vergogna.

SENZA CRISTIANESIMO NON C’E’ LIBERALISMO. L’ateismo porta necessariamente verso la tirannia e i sacrifici umani. Parola di Nietzsce

https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=JB4c4VDHQUQ

Carlo Sandrin, membro eminente del movimento ultra-liberista dei Tea Party Italia, di cui faccio orgogliosamente parte anche io, è stato intervistato negli Usa. Giustamente, Sandrin parla di “natura” e di “Dio” – ossia legge naturale e legge divina – come radici ultime dei valori occidentali, in particolare della libertà. I membri atei dei Tea party (quasi tutti seguaci della anti-cristiana liberal-libertina Ayn Rand) son insorti: “Come si permette Sandrin di parlare di Dio? Che schifo!!!” Ebbene, se agli oggettivisti randiani Dio fa tanto schifo, dovrebbero evitare accuratamente di avere rapporti con gli ultra-liberali americani. Infatti, la maggior di loro fa riferimento alla Bibbia e alla fede. Quindi, se non vi piace il misticismo, avete sbagliato paese.
Gli Usa sono il paese più cristiano del mondo intero secondo tutti i sondaggi, la percentuale di atei negli Usa è ai minimi da sempre, e non accenna ad alzarsi. Anche il cattolicesimo negli Usa è talmente vitale che, secondo molti osservatori cattolici, il futuro della Chiesa è negli Usa, mentre l’Europa è avviata ad una irreversibile decadenza atea e islamica.
La verità è che gli Usa non sono massoni. A distruggere la leggenda popolare – cara a certi cattolici di bassa lega, ossessionati dai complotti – secondo cui gli Usa sarebbero una nazione massonica ci ha pensato Michael Novak, storico ed economista caro a Giovanni Paolo II (le encicliche di tema economico di Woytila si basano su scritti di Novak). Michael Novak ha dimostrato che George Washington non era un massone agnostico bensì un cristiano molto devoto (http://michaelnovakonlinearchive.blogspot.com/2007/09/michael-novak-washingtons-god.html ). Dio è presente anche nella Dichiarazione di Indipendenza delle 13 colonie inglesi del nord America (Philadelphia, 4 luglio 1776):
«Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità…».
In quale altra costituzione al mondo è nominato Dio? Mentre in Europa il concetto di laicità è concepito come “libertà dalla religione”, in America è concepito come “libertà di religione”.
Io credo che siamo alla resa dei conti. Per secoli ci si è illusi che potesse esistere un liberalismo ateo e una legge naturale atea. In realtà, la radice ultima del liberalismo guisnaturalista è il cristianesimo: se ne accorse pure e lo urlò ai quattro venti il libertario ebreo (sottolineo ebreo) Murray Rothbard:

CATHOLICISM, PROTESTANTISM, AND CAPITALISM (1957)

Ci possono essere molti bravi atei che credono fermamente nella legge naturale e nella libertà, ma di per sé la l’ateismo porta verso la degenerazione della libertà in licenza da una parte (vedi la pornificazione della società oggu) e la tirannia dall’altra (nazi-comunismo). La storia ha dimostrato che quando muore Dio muore anche l’uomo: i regimi atei (comunista e nazista) hanno prodotto i campi di sterminio. D’altra parte, gli atei dovrebbero leggersi accuratamente De Sade e Nietzsche, i quali dimostrano con la loro implacabile logica che l’ateismo porta verso i sacrifici umani. E giustamente Horkeimer e Adorno nel testo capitale La filosofia dell’illuminismo fanno notare che l’intellighenzia modernista ha denigrato e occultato il pensiero dei due suddetti, in quanto dimostravano che “in base all’ateismo materialista non è possibile elaborare un solo valido argomento contro l’omicidio”.
Siamo alla resa dei conti. In futuro il liberalismo sopravviverà solo laddove c’è ancora la fede cristiana. Nazioni atee e islamiche si solleveranno contro le ultime nazioni liberali e cristiane.

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